Ho conosciuto Alessandro e Giovanni Bettuzzi in un seminario tenutosi in Confindustria.In quel periodo il loro entusiasmo era alla stelle, una semplice chiacchierata mi convinse:  accettai di seguirli in un lungo percorso di passaggio generazionale.Un lungo percorso quindi. Perchè la fretta è cattiva consigliera. In tutti i progetti migliori possiamo trovare lo stesso ingrediente, un padre saggio e intelligente supportato da giovani figli dinamici e ambiziosi. All’estero la crescita dei giovani si sviluppa più rapidamente, a 16 anni vanno ad abitare da soli. In Italia questa emancipazione tarda ad arrivare, non è così naturale sviluppare una consapevolezza dei propri mezzi, è tutto più culturale, necessariamente macchinoso. E poi c’è la visione. Non avrei mai potuto lavorare per Oiki se non avessero avuto questa determinazione nel diventare indipendenti. Io non faccio il loro lavoro, divento decisivo se posso far crescere le persone. Sono loro i veri attori del cambiamento. Credo fortemente nella formazione, quella raffinata, evoluta, che permette all’imprenditore di strutturare tecniche organizzate di controllo di gestione. Abbiamo fatto questo in Oiki, concretamente.