E’ già tempo di guardare al 2018. Sebbene il calendario ci dice che mancano ancora poco meno di due mesi, per noi è già tempo di pensare a ciò che ci aspetta, a quali prospettive ci riserva il nuovo anno e a come gestire il business di conseguenza. A Lisbona, il 23 3 24 ottobre scorsi, si è tenuto il meeting International Nickel Study Group (INSG) un incontro che ha visto la partecipazione di rappresentanti governativi e industriali e inviati di più di 60 Paesi, oltre che numerose organizzazioni internazionali riuniti per analizzare il futuro che verrà. Quali sono dunque le prospettive? Secondo Kai Hasenclever, direttore della divisione Economic & Statistic dell’International Stainless Steel Forum, grazie al clima economico favorevole dell’ UE e della Cina ed alla crescita continua del PIL, il 2018 vivrà una situazione moderatamente positiva. Il consumo di acciaio inossidabile in Unione europea, così come nel resto del mondo, vedrà un incremento; sempre secondo Hasenclever, rispetto l’inizio dell’anno le prospettive sono migliorate, si può ben sperare in un anno positivo, seppur con numeri contenuti. Le stesse previsioni sono espresse anche nel rapporto Economic & Steel Market Outlook 2017-2018, sia per quanto riguarda il mercato globale che i singoli settori, e questo ha indotto Eurofer ad aumentare le stime di crescita dei consumi dell’acciaio. Ma parliamo dell’Italia… Durante il convegno di Lisbona, oltre allo sguardo sui mercati globali, si è parlato anche del mercato italiano con una presentazione realizzata da Siderweb e Centro Inox dal titolo «Acciaio inossidabile in Italia: mercato e distribuzione». Stefano Ferrari di Siderweb ha dichiarato che «nel 2016 l’Italia è stato l’ottavo produttore globale di acciaio e il terzo in Europa per produzione». Nell’ultimo triennio, a livello nazionale, l’output è stato sostanzialmente stabile, con un trend crescente che ha riguardato la produzione dei laminati. Secondo la ricerca realizzata da Centro Inox ed Assofermet relativa al settore distributivo nazionale, nel 2014 era composto da 175 aziende, delle quali 118 con meno di 15 dipendenti e solo 26 con più di 30 dipendenti. L’85% è situata al nord Italia. Il settore è dominato dalle micro-imprese: il 38% delle aziende tratta volumi sotto le 1.000 tonnellate annue ed il 53% sotto le 2.000 tonnellate annue. Il totale del materiale trattato dalla distribuzione è di poco meno di un milione di tonnellate annue, pari a circa il 60% del consumo nazionale. La crisi del 2008 ha avuto un forte impatto sul comparto, con il 31% delle imprese presenti sul mercato nel 2004 che, dieci anni dopo, avevano chiuso. Affrontiamo dunque il 2018 con ottimismo: sei con noi? Fonti: